SPOSARSI
O SEPARARSI?
Sposarsi
significa condividere la vita con un’altra persona che in fondo
rappresenta noi stessi. Non c’è compagno che possa assicurarci
salute, serenità, autostima se non l’abbiamo in noi stessi. La
maggioranza dei divorzi pertanto è inutile, l’essere umano è
incompleto ed è spinto verso la ricerca della propria parte
mancante. Lo stare insieme, l’essere coppia, è la risposta
migliore a ciò che cerchiamo ma dobbiamo continuamente difenderci
dalle interferenze esterne che minacciano la nostra unione ma ancor
prima il significato del legame naturale con noi stessi.
E’
per questo che una coppia “funziona” quando smettiamo di cercare
la felicità nell’altro mentre dimentichiamo che dipende dal nostro
equilibrio, dalla nostra armonia interiore, dall’accettazione delle
nostre imperfezioni. Funziona quando smettiamo di vedere nel
partner la soluzione ai nostri problemi, quando capiamo che non siamo
sbagliati se non siamo all’altezza delle aspettative altrui siano
esse la famiglia o la società. Funziona quando finiamo di
nascondere a noi stessi gli aspetti peggiori che appartengono a noi e
che invece attribuiamo, più o meno inconsciamente al rapporto di
coppia.
Dalle
riviste di gossip notiamo che quando una persona famosa si separa
cerca sempre un’altra persona fotocopia di quella lasciata, senza
rendersi conto di cercare davvero se stesso; andiamo in cerca al di
fuori ma non troviamo nulla che ci gratifichi. La felicità non è
solo una questione di benessere materiale ma molto di più, di buone
relazioni e fiducia reciproca.
Un’utile
strategia è quella di smettere di paragonarci agli altri,
comportamento divenuto quasi automatico grazie ai social-media.
Esploriamo “quei meccanismi invisibili e spesso subdoli con i quali
siamo proprio noi a renderci le cose difficili”. (A. Simone, La felicità sul comodino, 2018)
Il
messaggio? Non ostacoliamo le emozioni. L’amore vero non
corrisponde alle nostre idealizzazioni o a quelle indotte dalle fiabe
o dalla società. Essere una coppia di coniugi significa amare
l’altro pur mantenendo i propri spazi, per cui la separazione non
modifica sempre la relazione tra i partner interrompendola
definitivamente, ma svela che sentimenti negativi possono tenere
uniti quanto l’amore. Certamente non si dice di accettare la
violenza o il tradimento ma, prima di separarsi bisogna chiedersi
quale ruolo è in crisi: affettivo? professionale? di immagine?
Quando
si affrontano le proprie fragilità e si riesce a superare la
dipendenza ritroviamo una forza vitale, emotiva e creativa che ci
rende più disponibili. Allora il matrimonio diventa un dialogo come
lo ha definito Nietzche, un dialogo nel quale passano i pensieri e le
emozioni più intime nel rispetto delle proprie paure e diversità.
Non è un cammino facile ma più gratificante, che ci permette anche
di crescere di maturare, affrontando un lavoro spirituale che Peter
Russel chiama yoga meditativo.